Pensavo bastasse il titolo: Alluxinati, invece no, serve la sinossi, il riassunto accattivante.
Il libro è già un riassunto di alcune storie, fare il Bignami delle storie verrà fuori un paio di righe che non dicono niente.
E poi il fatto che bisogna scrivere.
La scrittura non è un’azione che succede a comando, prima deve esserci una storia da raccontare. Non è semplice aprire una pagina word, bianca, immacolata, e scriverci cose. L’impressione è di sporcare un foglio, se non hai idee giri a vuoto.
Scrivere per me significa accumulare una massa critica di emozioni, storie, situazioni che poi sfociano e irrompono su di una pagina in forma di parole. Come una diga su di un lago, si apre solo quando il livello dell’acqua ha raggiunto il culmine. Una volta iniziato tutto diventa più semplice, ma non hai limiti matematici al numero di parole, non hai restrizioni, scrivi in libertà, poi rileggi, limi, ceselli.
Non sono in grado di scrivere su ordinazione.
Scrivere succede per una necessità creativa non dopo un ordine diretto, ma bisogna scrivere la sinossi, il riassunto.
A scuola, prima di alcuni compiti scritti, matematica sopratutto, usavo delle strisce di carta lucida, con la china nera ci scrivevo le formule, i diagrammi, le funzioni. Poi le arrotolavo fino a farle diventare piccole pergamene di 3 o 4 centimetri. Le nascondevo in tasca e, non visto, le andavo a scorrere nella ricerca della formula magica per trasformare un 4 in un 6. Purtroppo il più delle volte non riuscivo a trovare quello che mi serviva, era scritto troppo in piccolo. Forse anche per questo sono stato rimandato a settembre in matematica. Dalla prima superiore alla quarta. In quinta non c’era matematica. Ricordo che su un compito ho preso 1.
Sto divagando devo scrivere la sinossi.
Ho buttato giù delle righe.
Sinossi di Alluxinati
Siamo gente di provincia, e per chi nasce ai margini è tutto più complicato.
Un gruppo di ragazzi tenta di eludere la morsa che alla fine li avrebbe bloccati adulti in una avvolgente gelatina di responsabilità. La gestione di un cinema parrocchiale diventa la via di fuga. Il teatro offre loro una serie di avventure commoventi, divertenti e a tratti rocambolesche. Convinti di avere un’energia inesauribile, riusciranno a girare l’Europa con vari mezzi, alcuni dei quali improbabili, nel tentativo di imporre al destino la loro regia.
Mah…
Basta che funzioni, speriamo che sia così. Woody Allen ci ha fatto pure un film nel 2009
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